ISTAT – Aumentano Alzheimer, demenze, depressione e tumori.

ISTAT – Aumentano Alzheimer, demenze, depressione e tumori.Peggiora stato di salute mentale.

Una fotografia di come sta cambiando la salute degli italiani

AGIPRESS – FIRENZE – Quella italiana è una popolazione che invecchia, in cui le patologie croniche sono sempre più diffuse, rispetto al 2005, diminuiscono malattie respiratorie croniche e artrosi mentre aumentano tumori maligni, Alzheimer e demenze senili anche perché c’è maggiore capacità di riconoscere le malattie. E’ quanto emerge da un’indagine Istat che fotografa come sta cambiando la salute degli italiani e i comportamenti individuali per la tutela della salute e dell’utilizzo dell’assistenza sanitaria pubblica e privata. “Dati che devono far riflettere – commenta il dott. Manlio Matera Presidente di AIMA Firenze (Ass. Italiana Malattia di Alzheimer) – e sensibilizzare le istituzioni a fare di più e in fretta per garantire diritto di cura e assistenza ad una popolazione di sempre più anziani non autosufficienti. L’Alzheimer è una patologia che destabilizza l’intera famiglia del malato, che necessita di un’assistenza specifica che integri le varie competenze e tempestivamente preveda una presa in carico. Bene che il Ministero della Salute stia portando avanti il Piano di azioni nazionale sulle demenze – aggiunge il Dott. Matera – ma dobbiamo renderci conto che rispetto ad esempio alla Francia, in questo campo siamo indietro di 10 anni. Mi auguro che l’impegno che più volte il Governo Renzi ha dichiarato di voler porre sulle problematiche legate all’Alzheimer, si traducano presto in azioni concrete”.

PEGGIORA SALUTE MENTALE – Mentre migliora lo stato di salute fisico, peggiora quello mentale rispetto al 2005: quest’ultimo diminuisce in media di 1,6 punti (71,8 controllato per età), in particolare tra i giovani fino ai 34 anni (-2,7 punti), soprattutto maschi, e tra gli adulti di 45-54 anni (-2,6). Un calo ancora più rilevante si registra nell’indice di salute mentale delle persone straniere residenti in Italia; l’indice si riduce in media di 4,7 punti, ma tra le donne straniere la diminuzione è di 5,4 punti. LA DEPRESSIONE è il problema di salute mentale più diffuso e il più sensibile all’impatto della crisi: riguarda circa 2,6 milioni di individui (4,3%), con prevalenze doppie tra le donne rispetto agli uomini in tutte le fasce di età.

Continua a diminuire la quota di persone con limitazioni funzionali. Le famiglie con almeno una persona con limitazioni funzionali sono l’11%; di queste, meno del 20% ricevono assistenza domiciliare pubblica. Considerando anche quelle che suppliscono a tale carenze ricorrendo a servizi privati a pagamento, rimane comunque più del 70 % che non usufruisce di alcun tipo di assistenza domiciliare, né privata né pubblica. Diminuiscono i forti fumatori, ma aumenta la percentuale di adolescenti e giovani donne che iniziano a fumare prima dei 14 anni, passando da 7,6% a 10,5%. È obeso l’11,2% degli adulti, quota in aumento sia rispetto al 2000 (erano il 9,5%), che al 2005 (10%). Nel 2013 solo il 20,6% della popolazione di 5 anni e più pratica un’attività fisica ritenuta protettiva per la salute secondo la definizione dell’Oms: il 25,9% tra gli uomini ed il 15,6% tra le donne. Aumenta la prevenzione dei tumori femminili rispetto al 2005, grazie alla diffusione dei programmi pubblici di screening. La quota di donne di 25 anni e oltre che si è sottoposta a mammografia, passa dal 43,7% al 54,5% mentre il 73,6% ha effettuato un pap test, con un netto aumento rispetto al 2005 (+9 punti percentuali). Gli incrementi maggiori si registrano tra le donne ultrasessantacinquenni e interessano anche i segmenti di popolazione meno istruita e le residenti nel Mezzogiorno. La prevenzione femminile aumenta anche tra le straniere, che tuttavia non recuperano il gap rispetto alle donne italiane. Aumentano le persone che ricorrono a visite mediche specialistiche, escluse quelle odontoiatriche (11,9% nel 2005 e 14,8% nel 2013) e diminuiscono le visite dal dentista del 30%. Si dimezza il ricorso alle terapie non convenzionali rispetto al 2000, da 15,8% a 8,2%. L’uso di rimedi omeopatici scende dal 7% al 4,1% tra il 2005 e il 2013. Il livello di soddisfazione per i servizi sanitari pubblici è elevato tra chi ne ha fruito (circa 8 su una scala da 1 a 10).

Agipress

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